Una review pubblicata su Food Research International evidenzia come le tecnologie emergenti — digital twin, sensori IoT e sistemi di monitoraggio basati su intelligenza artificiale — stiano trasformando il cold storage post-raccolta, migliorando la qualità dei prodotti e riducendo sprechi alimentari ed energia consumata. Lo studio, condotto da un gruppo di università e centri di ricerca internazionali tra cui il Leibniz Institute for Agricultural Engineering and Bioeconomy di Potsdam, l’Università Humboldt di Berlino e la FURB in Brasile, ha individuato temperatura e umidità come fattori chiave per la conservazione di frutta e verdura.
I sistemi digital twin — modelli virtuali dei magazzini refrigerati — permettono una manutenzione predittiva e l’adattamento dinamico dei parametri di raffreddamento. Integrati con sensori IoT, consentono il monitoraggio in tempo reale di temperatura, flusso d’aria e composizione dei gas, garantendo condizioni ottimali e riducendo i costi operativi.
Tra le soluzioni citate figurano:
- HD Cold Chambers (Francia): camere ad alta umidità senza condensa.
- Dry Misting (Paesi Bassi): umidificazione senza bagnare i prodotti.
- CoolBot Pro (Usa): trasforma condizionatori standard in celle frigorifere.
- Cold storage solare mobile (Kenya): refrigerazione off-grid per piccoli agricoltori.
- SmartFresh (Usa): usa 1-MCP per ritardare la maturazione.
Le tecnologie CA e ULO possono prolungare la conservazione delle mele fino a 12 mesi, riducendo del 50% i consumi energetici. Tuttavia, il report sottolinea come costi iniziali elevati e complessità tecniche restino barriere per i piccoli produttori. Gli autori invocano soluzioni modulari open-source, programmi di formazione e politiche di supporto per favorire una diffusione più ampia di queste innovazioni.


