Un progetto quadriennale del Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems (Ise) ha dimostrato che le pompe di calore possono operare in modo efficiente anche negli edifici residenziali esistenti, riducendo del 64% le emissioni di CO₂ rispetto ai sistemi a gas, si legge su Refindustry.
La ricerca ha monitorato 77 sistemi installati in case singole e plurifamiliari, rilevando fattori di prestazione stagionale (Spf) tra 2,6 e 5,4. Le pompe aria/acqua hanno registrato un Spf medio di 3,4, mentre quelle geotermiche hanno raggiunto 4,3.
Lo studio non ha riscontrato legami tra età degli edifici ed efficienza, e l’uso delle resistenze elettriche è rimasto minimo. L’integrazione con impianti fotovoltaici ha permesso un’autonomia energetica tra il 25% e il 62% a seconda della presenza di accumulo.
Sono emerse però aree di miglioramento: sovradimensionamento delle unità, frequente accensione/spegnimento e scarsa separazione tra circuito di riscaldamento e acqua calda sanitaria. Il progetto ha prodotto una matrice di processo per ottimizzare progettazione e installazione.
“I risultati dimostrano che le pompe di calore sono efficienti anche negli edifici più datati e consentono un riscaldamento climatically friendly senza ristrutturazioni radicali”, ha dichiarato Danny Günther, team leader ‘Heat Pumps and Transformation of Existing Buildings’ di Fraunhofer Ise.


