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L’Eia chiede misure urgenti per accelerare la transizione globale dai gas fluorurati

Alla vigilia della 37esima riunione delle parti del Protocollo di Montreal (MOP37), la Environmental Investigation Agency (Eia) ha pubblicato un documento che sollecita azioni più incisive per sostenere il doppio processo di eliminazione degli HCFC e di riduzione degli HFC nei Paesi in via di sviluppo nel triennio 2027-2029.

Come si legge su Refindustry, l’Eia sottolinea la necessità di piani di implementazione del Kigali Amendment più ambiziosi, integrati con gli ultimi stadi dei piani HPMP, e di un maggiore supporto all’adozione di refrigeranti naturali a bassissimo GWP. L’agenzia denuncia anche gravi discrepanze nei dati sulle emissioni di HFC-23, in particolare in Cina orientale e Russia, chiedendo un monitoraggio atmosferico regionale più capillare e una metodologia di reporting uniforme.

Tra le preoccupazioni, anche l’uso crescente di sostanze controllate come materie prime (feedstock), tra cui livelli record di HCFC-22 e CFC, che contribuiscono indirettamente al rilascio di gas dannosi per l’ozono. L’Eia propone quindi una revisione dell’esenzione storica concessa a tali usi.

Il documento sostiene il rafforzamento del Fondo Multilaterale, con nuovi progetti pilota per la gestione dei refrigeranti a fine vita e la promozione di tecnologie naturali. L’Eia appoggia inoltre la proposta di Ruanda e Regno Unito per potenziare i centri regionali di eccellenza per l’implementazione dell’Emendamento di Kigali.

Infine, l’agenzia richiama l’attenzione sull’ossido di diazoto (N₂O), oggi principale sostanza lesiva dell’ozono per volume, invitando i panel scientifici del Protocollo di Montreal a studiarne le emissioni e possibili misure di contenimento.

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