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Australia: il settore della refrigerazione vale oltre 18 miliardi di dollari e pesa per il 12,6% delle emissioni nazionali

Durante una presentazione all’AREMA nel settembre 2025, l’Australian Refrigeration Council (Arc) ha illustrato un quadro dettagliato del settore della refrigerazione e climatizzazione (Rac) in Australia, evidenziandone il peso economico, l’impatto ambientale e i consumi energetici. Secondo i dati diffusi, il comparto genera ogni anno 18,9 miliardi di dollari australiani in spese energetiche e 12,7 miliardi in nuove apparecchiature. Circa un’azienda su 117 registrate in Australia possiede un’autorizzazione alla gestione di refrigeranti, e il settore impiega 378mila persone, pari al 2,6% della forza lavoro nazionale.

Il parco installato di apparecchiature Rac è passato da 54 milioni di unità nel 2016 a 62 milioni nel 2022, mentre i veicoli refrigerati sono aumentati da 38mila a 59mila Le emissioni totali correlate al settore ammontano a 58,5 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente (Mt CO₂-e), di cui 6,9 Mt CO₂-e derivanti da perdite dirette di refrigerante e 51,6 Mt CO₂-e dal consumo energetico. Includendo le emissioni legate al fine vita (4,9 Mt CO₂-e), il contributo complessivo raggiunge 63,4 Mt CO₂-e, pari al 12,6% delle emissioni totali del Paese.

Il consumo elettrico del comparto Rac è stimato in 66.700 GWh, cioè il 24,4% della produzione nazionale: il condizionamento fisso e le pompe di calore rappresentano il 56% del totale, la catena del freddo il 30%, la refrigerazione domestica il 13% e il condizionamento mobile lo 0,3%.

La ‘banca nazionale dei refrigeranti’ ammonta a 55mila tonnellate, equivalenti a circa 100 milioni di tonnellate di CO₂-e, composta per il 95% da HFC, per il 3,7% da HCFC, con una crescente quota di refrigeranti naturali come idrocarburi, CO₂ e ammoniaca. Il 65% del totale è associato a impianti di climatizzazione fissi e pompe di calore, il 20% al condizionamento mobile, il 13% alla catena del freddo e il 2% alla refrigerazione domestica.

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