I conflitti trasformano la catena del freddo in un’arena complessa: infrastrutture energetiche distrutte, blackout continui, trasporti interrotti: il dilemma della conservazione degli alimenti, dei vaccini e dei medicinali sensibili al caldo. Emergono soluzioni d’emergenza: veicoli refrigerati, generatori, attrezzature sovralimentate, standard rigidi di conservazione, cooperazione internazionale
Di Massimo Moscati, direttore editoriale di PR Planet Refrigeration
La refrigerazione — per esempio per mantenere freddi alimenti deperibili, vaccini essenziali o medicine — è uno dei pilastri invisibili della sopravvivenza civile. In tempo di pace, la catena del freddo (cold chain) già pone sfide tecniche, logistiche ed economiche. In guerra, queste si moltiplicano: infrastrutture distrutte, continui blackout, vie di trasporto pericolose o bloccate, scarsità di carburante e risorse.
Un caso emblematico è l’Ucraina, che dall’invasione russa nel 2022 ha visto il suo sistema energetico fortemente compromesso. Dal 2024, attacchi missilistici e con droni hanno portato via buona par te della capacità produttiva dell’elettricità, con impianti termici e idroelettrici danneggiati; decine di sottostazioni elettriche distrutte o non operative.
Sfide principali:
1. Interruzioni energetiche permanenti
Senza energia elettrica stabile, frigoriferi e celle frigorifere non reggono. Gli impianti medici, che devono conservare vaccini o farmaci che richiedono temperature costanti, diventano particolar mente vulnerabili. In Ucraina, il Ministero della Salute ha riferito che grazie a progetti della Banca Mondiale le attrezzature per la refrigerazione dei vaccini sono state potenziate, con frigoriferi che possono mantenere la temperatura corretta anche per quattro giorni senza corrente.
2. Trasporti ostacolati e rischio di deterioramento
Le vie di trasporto possono essere lente, pericolose, soggette a restrizioni militari, e i veicoli refrigerati non sempre possono viaggiare con motori acce si se manca il carburante, o per evitare attacchi. A volte, la priorità è data ad altri tipi di trasporto, mentre il freddo può essere sacrificato. In Ucraina, code alle frontiere e ritardi causano perdita di prodotti lattiero-caseari e altri ali menti sensibili.
3. Equipaggiamento e standard adeguati
Occorrono frigoriferi certificati per uso sanitario, celle con isolamento, in grado di mantenere la temperatura anche in condizioni estreme. Progetti umanitari hanno dotato alcune clini che di “cold rooms” — celle frigorifere walk-in — e veicoli refrigerati specializzati.
4. Danni alle infrastrutture critiche
Oltre all’elettricità, la distruzione di reti stradali, ponti, terminali di stoccaggio e dei veicoli refrigerati stessi rende difficile ricostruire, mantenere o proteggere la supply chain del freddo.
5. Risorse scarse: carburante, pezzi di ricambio, personale qualificato
Per esempio: generatori autonomi richiedono carburante che spesso è razionato o difficile da reperire; veicoli specializzati necessitano manutenzione, refrigeranti corretti, tecnici addestrati. In condizioni di guerra questi input sono spesso incerti.
Soluzioni emergenti e strategie di resilienza:
- Equipaggiamenti resilienti e autonomi: frigoriferi che mantengono la temperatura anche senza corrente per giorni, veicoli refrigerati con sistemi di backup.
- Generazione di energia diffusa: generatori, sistemi ibridi, uso di gruppi elettrogeni per cliniche e magazzini critici.
- Rete di stoccaggio decentralizzata: piccole celle frigorifere distribuite più vicino al punto d’uso, “cold rooms” regionali, per evitare che la perdita di un centro unico compro metta tutto.
- Supporto internazionale: finanziamenti, forniture, standard, consulenza tecnica offerti da enti come UNICEF, Banca Mondiale, UE. L’approvvigionamento di auto-refrigerate, celle qualificate, infrastrutture supportate esternamente è cruciale.
- Normative, protocolli di crisi: definire procedure che stabiliscano come operare in blackout, come trasportare vaccini durante emergenze, cosa fare quando la catena del freddo viene interrotta (per esempio per la circolazione dei vaccini in condizioni di blackout).
Prospettive e rischi:
- L’inverno, il bisogno di riscaldamento e quindi di elettricità aumenta, mettendo sempre più in crisi la capacità di mantenere le celle frigorifere operative. L’ombra dei blackout estesi incombe.
- Se le linee di approvvigionamento esterne fossero interrotte (per motivi logistici, militari o burocratici), le scorte di vaccini e farmaci sensibili potrebbero esaurirsi prima del previsto.
- Le tecnologie più resilienti (generatori, refrigerazione solare, celle isolate) diventano sempre più fondamentali; ma se non supportate da finanziamenti e cooperazione internazionale restano insufficienti.
Conclusione
In guerra, la refrigerazione diventa fronte secondario ma vitale. Il freddo è la guardia silenziosa contro fame, malattie, perdita di vite. La guerra obbliga a ripensare tutto: dalle fonti di energia all’organizzazione logistica, dalle fabbriche al più piccolo centro di salute. La resilienza della catena del freddo — tramite preparazione, tecnologia adeguata e sostegno internazionale — può fare la differenza tra la sopravvivenza e la catastrofe sanitaria.


