Integrare l’exchanger di pressione PX G1300 di Energy Recovery in un sistema di refrigerazione transcritico a CO₂ (R744) ha migliorato l’efficienza fino al 15% in un ipermercato ungherese, secondo uno studio di Epta Group condotto nell’ambito del progetto europeo ‘Enough’, ripreso dal sito Natural Refrigerants. La tecnologia ha garantito affidabilità operativa anche con temperature fino a 45 °C, fattore cruciale in scenari di temperature sempre più elevate.
Il test, presentato da Stefano Trabucchi, System Engineering Group Manager di Epta, alla conferenza internazionale Adaptation 2025, organizzata dall’IIR e dall’Institute of Refrigeration Uk a Manchester, ha evidenziato un incremento medio di COP tra l’8% e il 15,1% rispetto a un sistema standard. Installazioni globali del PX G1300 hanno già registrato miglioramenti fino al 25%, in base alle condizioni ambientali, si legge sul sito.
Il progetto è stato realizzato in un ipermercato da 10mila metri quadri, con capacità di 40 kW LT (-33 °C) e 140 kW MT (-8 °C), a servizio di oltre 130 banchi refrigerati e celle. Il pack utilizza compressori Bitzer (tre LT, cinque MT, con unità principali a inverter) e un gas cooler a V di Güntner (42 °C in uscita). Il PX è installato sulla linea di ritorno del gas cooler secondario (20% del carico) ed è gestito da controllori parametrici Carel.
Lo studio ha mostrato come l’impatto del PX vari a seconda del carico LT/MT e delle condizioni operative, con performance migliori a carichi MT più elevati. I prossimi sviluppi puntano a ottimizzare le strategie di controllo – regolazione della pressione del gas cooler, setpoint variabili di sottoraffreddamento e gestione transitoria – per incrementare ulteriormente le prestazioni.