Un nuovo studio stima i rischi di mortalità climatica e di sicurezza fino al 2050
Un’analisi condotta da Re-phridge e A/gent Consultancy mette a confronto due rischi legati ai sistemi di refrigerazione, condizionamento e pompe di calore (RACHP): da un lato i decessi indiretti per riscaldamento globale causato dalle emissioni di HFC, dall’altro i decessi diretti dovuti all’infiammabilità dei refrigeranti idrocarburici. Lo studio prende come riferimento il 2050, anno utilizzato in molte proiezioni climatiche, valutando due scenari: CLME, con riduzioni degli HFC in linea con l’emendamento di Kigali e normative nazionali, e NRME, che prevede una transizione globale ai refrigeranti naturali. I risultati sono netti: nello scenario NRME, la mortalità legata a incidenti di infiammabilità si aggira intorno a **150 casi annui entro il 2050, mentre nello scenario CLME l’impatto climatico degli HFC potrebbe tradursi in **10.000–25.000 morti all’anno**. Come ha sottolineato Daniel Colbourne di Re-phridge, la scala del rischio climatico degli HFC è da due a tre ordini di grandezza superiore rispetto a quello della sicurezza degli idrocarburi.