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Studio rivela la presenza di TFA in succhi e vino in Canada

Una nota tecnica pubblicata da ricercatori nordamericani ha evidenziato la presenza di acido trifluoroacetico (TFA), sottoprodotto stabile della degradazione atmosferica dell’HFO-1234yf e di altri F-gas, in 24 campioni di bevande prelevati a Toronto, inclusi succhi di frutta e vino. I livelli rilevati, compresi tra 0,8 e 227 µg/L, risultano coerenti con quanto già emerso in studi europei analoghi (es. PAN Europe, Svezia).

L’analisi, condotta tramite metodo LC-MS/MS a iniezione diretta (strumentazione SCIEX 7500), ha confermato che il TFA è risultato il composto dominante tra gli oltre 10.000 PFAS rilevabili, con concentrazioni fino a un ordine di grandezza superiori rispetto ad altri acidi perfluorurati a catena corta.

Il TFA si forma in atmosfera dalla completa degradazione degli HFO, oggi ampiamente utilizzati come refrigeranti alternativi a basso GWP, e ricade al suolo tramite le precipitazioni, contaminando acque superficiali, suolo e falde. La sua persistenza e mobilità ambientale elevata ne fanno un indicatore critico nelle valutazioni LCA dei nuovi refrigeranti fluorurati.

Secondo l’Agenzia tedesca per la protezione ambientale, TFA e i suoi sali sono potenzialmente tossici per la riproduzione, estremamente persistenti e mobili, e per questo motivo sono stati sottoposti a notifica presso ECHA per una possibile classificazione restrittiva a livello UE.

Per il comparto HVAC-R, questi dati rafforzano le criticità ambientali associate agli HFO, e sollevano interrogativi su scenari futuri di regolamentazione in ambito F-Gas e REACH.

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